Come valutare un bar prima di acquistarlo: consigli per futuri gestori

Ecco come valutare un bar valutando tutte le variabili in gioco

Aprire un bar è una buona idea in questo particolare periodo storico? La risposta è sì! Gli italiani amano andare al bar per tanti motivi: fare colazione, una pausa caffè, consumare un pasto veloce, incontrare gli amici. Un bar può essere un punto di riferimento per i residenti di un quartiere o per i dipendenti di un ufficio. Tuttavia, stabilire il valore di un bar è un’operazione complessa che tiene conto di diverse variabili. Ad incidere sono fattori come: la location, quindi se si trova in una zona di passaggio o meno, la grandezza dei locali, la vicinanza ad altre attività commerciali o competitor, la prossimità di uffici, il bacino d’utenza, da quanti anni l’attività è sul mercato. Dunque, come valutare un bar già avviato se la tua intenzione è quella di rilevarlo?

Requisiti per la valutazione: cosa evitare e cosa considerare

“Non è tutto oro quel che luccica”: quando un titolare decide di cedere la sua attività è portato a presentarla al meglio, talvolta gonfiando gli incassi o vantando una clientela fissa sulla quale in realtà non può contare. Al di là delle chiacchiere, se vuoi sapere come valutare un bar e capirne davvero il potenziale devi soppesare e confrontare dati concreti. Tra le caratteristiche da considerare, bisognerà valutare:

  • Le condizioni generali del locale
  • La grandezza e la disposizione dei locali
  • Il tipo di fabbricato
  • La presenza di una zona magazzino o per lo scarico delle merci
  • La presenza di uno spazio all’aperto
  • Gli arredi interni

Tutte queste variabili influenzano la redditività del locale e il suo avviamento.

Come valutare un bar? I metodi più usati

Per stabilire il valore di una attività e di conseguenza il suo prezzo di vendita, si possono adottare diversi metodi. I criteri più utilizzati, su come valutare un bar, sono:

  • Valutazione dell’avviamento

L’Ufficio di registro valuta l’avviamento moltiplicando la percentuale di redditività (intesa come rapporto tra la media del reddito e dei ricavi calcolata in un triennio), per la media triennale dei ricavi e infine moltiplicando per tre

  • Valutazione patrimoniale

Questo metodo tiene invece conto degli attivi (magazzino, crediti, ecc) e dei passivi (mutui, debiti, ecc) e del patrimonio netto.

Nella pratica le cose vanno però diversamente: il prezzo richiesto dal titolare per cederti il suo bar dovrebbe essere all’incirca un anno del fatturato. Non è un prezzo stabilito per legge, si tratta di una consuetudine che può subire però delle variazioni all’incirca tra l’80% e il 150% dell’incasso annuo. I bar ovviamente non fatturano tutti allo stesso modo, tale richiesta varia quindi a seconda del contesto territoriale (per un bar in centro città si potrebbe chiedere di più in considerazione delle sue potenzialità) e di una serie di altri fattori che possono determinare o meno il successo dell’attività.

Per abbassare la cifra richiesta dal venditore è necessario valutare eventuali difetti del locale, lavori da effettuare, macchinari non più utilizzabili: dovrai poi considerare anche i costi di un eventuale affitto e quelli legati al personale.

Come valutare un bar con l’aiuto di esperti

Se intendi rilevare un bar, è consigliabile avvalersi di esperti del settore per valutare le opportunità e le potenzialità. Gi.Pa.In Formazione è una società di consulenza aziendale specializzata nell’avvio e nel rilancio di attività commerciali. Il team di Gi.Pa.In Formazione può assisterti e consigliarti al meglio analizzando tutti gli asset della compravendita e affiancandoti nelle trattativa.

Ti stai chiedendo “come valutare un bar?”. Le variabili chiave sono la location, la sua posizione commerciale, il modo in cui viene gestito il bar. Seguono poi il costo dell’affitto, del personale, gli orari di apertura, la caratterizzazione del locale intendendo cioè quello che lo rende speciale e appetibile per i clienti.

Gi.Pa.In Formazione vanta nel suo staff anche professionisti che possono studiare interventi di restyling del tuo nuovo bar e seguirne l’avviamento. Grazie ad un’analisi di geomarketing puoi anche avere un’idea chiara delle potenzialità del bar che puoi rilevare e capire qual è il suo reale bacino d’utenza. Richiedi subito informazioni e inizia a costruire il successo del tuo nuovo bar!

Meglio aprire un’attività in franchising o in proprio?

Aprire un’attività in franchising o in proprio? Pro e contro di entrambe le soluzioni

Hai deciso di compiere il grande passo di avviare un’attività e metterti in proprio e sei alla ricerca di idee per aprire un tuo negozio o locale? Optando per un lavoro in proprio puoi finalmente realizzarti professionalmente, ma il passaggio da dipendente, o da disoccupato, a imprenditore deve essere valutato con attenzione e forse ti stai domandando se può essere più conveniente per te aprire attività in franchising oppure avviarla autonomamente. In realtà, si tratta di modelli imprenditoriali differenti e per prendere una decisione, dovrai valutare i pro e i contro delle due opzioni per capire qual è quella che fa al caso tuo.

Iniziamo subito con il dire che molto dipende dai tuoi obiettivi e dalla tua preparazione. Se vuoi aprire un negozio, un bar o un locale e hai già un’esperienza imprenditoriale alle spalle, sai bene cosa significa avviare un’attività in proprio, quanta fatica richieda e quanti sono i fattori da considerare. Se invece non possiedi esperienza pregressa nel settore, il franchising può essere la formula migliore per aprire un’attività, perché puoi sempre contare sull’assistenza continua da parte della casa madre.

Proviamo a valutare meglio le due possibilità per avviare la tua attività!

Attività in franchising: i vantaggi di un modello imprenditoriale già sperimentato

Aprire attività in franchising è forse la soluzione più semplice, se vuoi minimizzare i rischi imprenditoriali. Scegliendo il franchising, aprire un’attività non è mai un problema perché aderisci a un modello già sperimentato e collaudato con successo. Il franchisor è la casa che ha creato il sistema, il marchio e l’insegna, trovando la formula migliore per distribuire nel mercato prodotti o servizi. Ecco quindi i principali vantaggi:

  • riduci di molto il rischio di impresa;
  • puoi sfruttare la notorietà del marchio per acquisire clienti;
  • vieni aiutato nel lancio della tua attività e ricevi assistenza continua da parte della casa madre su cui puoi contare anche per la formazione del personale;
  • puoi acquisire in breve tempo un know-how che da solo impiegheresti anni a maturare;
  • la notorietà dei prodotti che vendi ti consente di entrare nel mercato in modo più competitivo;
  • non devi occuparti della pubblicità e del marketing perché ci pensa la casa madre.

Cosa significa aprire una nuova attività in modo indipendente?

Se hai deciso di avviare un business tuo, la seconda opzione è quella di aprire un negozio o un locale in totale autonomia. L’impresa è senza dubbio più ardua: si può guadagnare bene e fare buoni affari, ma i rischi legati all’investimento sono maggiori e i fattori da considerare se vuoi aprire un’attività indipendente sono diversi:

  • la responsabilità è solo tua: sei tu a decidere che attività a aprire e in che modo farlo, non puoi contare su nessun supporto esterno e devi quindi valutare con cura ogni decisione che prendi;
  • i rischi sono molti e le tue idee possono scontrarsi con la realtà e con le difficoltà di realizzazione, specie se sei privo di esperienza imprenditoriale. I negozi da aprire, così come le attività di ristorazione e di intrattenimento, possono rivelarsi ottime fonti di guadagno, ma solo se sei in grado di compiere i passi giusti;
  • l’investimento iniziale è senza dubbio maggiore di quello richiesto per avviare un’attività in franchising, ma sei tu a decidere location, arredo e merce in vendita;
  • devi occuparti di tutti gli aspetti burocratici e amministrativi legati al lancio e avvio dell’attività, oltre che a quelli di gestione: dalle forniture della merce, al personale;
  • la promozione e la pubblicità sono totalmente a carico tuo e sei tu a decidere quale strategia di marketing sia la migliore.

Come per mettersi in proprio a partire da zero?

Se non sai che negozio aprire, sei alla ricerca di idee di lavoro autonomo e vuoi limitare i rischi legati all’apertura, aprire un’attività in franchising può sembrare la cosa più conveniente da fare. D’altro canto, devi considerare che, se da affiliato puoi godere di una certa libertà imprenditoriale, sei sempre vincolato a delle linee guida imposte dalla casa madre.

Se decidi di aprire un’attività indipendente non puoi contare sul sostegno della casa madre in fase di avvio della start up, ma puoi ricevere lo stesso assistenza rivolgendoti a dei professionisti del settore, in grado di fornirti preziosi consigli anche sul tipo di business che ti conviene aprire. Inoltre, puoi scegliere tu stesso la merce da vendere e caratterizzare il tuo locale rendendolo unico e capace di attirare un target di clienti ben preciso.

A chi rivolgersi per avviare un’attività di successo?

Se sei alla ricerca di un team di professionisti che possa sviluppare per te nuove idee di lavoro, richiedi una consulenza a GIPA Consulting. Puoi rivolgerti a noi se vuoi consigli su quale negozio aprire e per capire come sia meglio farlo, se in franchising o in proprio. Possiamo assisterti in entrambi i casi e guidarti nella scelta della locationconsigliarti sulle opzioni finanziarie migliori, valutare costi e spese, realizzare un business plan legato alla tua attività curandone anche l’avvio e la promozione. Possiamo inoltre curare tutto l’aspetto amministrativo e burocratico della tua impresa e rendere la tua attività di successo, studiando anche strategie efficaci per attirare clienti.

Grazie alla collaborazione con A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro e con Chemichal S.r.l., fra le più affermate aziende nella progettazione e sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro, GIPA Consulting può anche confezionare per te un progetto su misura, con soluzioni chiavi in mano!

Contattaci per maggiori informazioni: siamo pronti a sviluppare insieme a te la tua idea di business!

Come aprire un negozio di abbigliamento in centro città

Come aprire un negozio di abbigliamento: cosa serve, come fare, quanto costa

Se la moda è la tua passione e desideri avviare un’attività in proprio, probabilmente stai pensando di aprire un negozio per proporre alla clientela i capi che riflettono il tuo gusto ed il tuo stile. Al pari di quanto avviene per ogni altra attività commerciale, aprire un negozio in cui si vende abbigliamento richiede una pianificazione dettagliata. Nel settore non manca di certo la concorrenza, ma proponendo il prodotto giusto, nella location più adatta, si può costruire un’attività di successo. Dovrai compiere tutti i passi giusti, che ti consentano di essere in regola dal punto di vista burocratico e fiscale. Inoltre, dovrai anche studiare bene il lancio e l’avvio del tuo locale, senza dimenticare il marketing e la promozione. Dunque, quali sono gli step burocratici per trasformare in realtà il tuo sogno? Come aprire un negozio di abbigliamento?

Scopriamoli insieme!

5 step per avviare un’attività di successo

La prima cosa da fare, quando si avvia un’attività commerciale, è delineare la linea strategica che si perseguirà. Ecco i 5 punti chiave su come aprire un negozio di abbigliamento:

  • Preparare un business plan. Bisogna delineare una linea strategica in cui siano inserite nel dettaglio: le spese, i potenziali guadagni e le linee guida che l’andamento del negozio dovrà rispettare nel tempo.
  • Fare un’analisi di geomarketing. Da questo dipenderà la tipologia di merce da mettere in vendita, in un negozio di abbigliamento si possono infatti proporre abiti per bambini, per teenager, per donne, per uomini.
  • Far un’analisi dei competitors. Bisogna valutare la presenza nelle vicinanze di competitor e della tipologia di merce che hanno in vendita.
  • Scegliere il target group. Individuare il tipo di clientela al quale ci vogliamo rivolgere e si può prendere dopo aver analizzato il contesto territoriale in cui si intende aprire.
  • Segmentare i prodotti. Una volta individuato il target di riferimento è necessario procedere a una ulteriore segmentazione della merce: per le donne ad esempio si possono proporre abiti causal, eleganti, sportivi o di tendenza. Si può anche pensare a un negozio di abiti usati o vintage. Bisogna quindi individuare le marche e le linee che rispondono allo stile di abiti proposto all’interno del negozio e che rientra in un budget predefinito.

Come aprire un negozio di abbigliamento: l’importanza della location

Uno degli aspetti che riveste maggiore importanza, su come aprire un negozio di abbigliamento, è la scelta della location. Da tale decisione dipendono: il budget che si deve investire, e le strategie da mettere in atto per attrarre la clientela. Nell’individuare la location più adatta si deve tenere conto:

  • della concorrenza in zona,
  • del bacino di potenziali clienti,
  • se si trova in una via di passaggio,
  • se vi sono parcheggi nelle vicinanze

L’ideale sarebbe individuare un’area destinata allo shopping oppure frequentata dal target di consumatori interessato alla merce in vendita. Una delle zone più ambite per aprire un negozio è il centro della città, perché è il nucleo più frequentato, in cui si concentrano aree di interesse e dove si riversa il maggior numero di turisti. Aprire in quest’area significa entrare in un contesto dinamico e moltiplicare le possibilità di vendita. Devi però sapere che alcuni comuni, come quello di Roma, hanno imposto regole rigide per le aperture nel centro storico, ad esempio vietando l’apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate.

È poi necessario prestare attenzione alla destinazione d’uso dei locali, assicurarsi che siano idonei ad ospitare l’attività e in linea con i requisiti richiesti dalla legge e dalle normative locali.

Attento alla burocrazia!

Se vuoi avviare un’attività commerciale devi essere in possesso di determinati requisiti morali:

  • non puoi essere stato dichiarato fallito o condannato con una pena minima di tre anni per un reato non colposo,
  • non devi essere sottoposto a norme restrittive come una limitazione della libertà personale o l’obbligo o il divieto di soggiorno.

Tra i requisiti fondamentali, su come aprire un negozio di abbigliamento, devi poi aprire una Partita Iva e procedere all’iscrizione presso il Registro delle Imprese della competente Camera di Commercio.

Grazie alla liberalizzazione introdotta dalla Legge Bersani, non è necessario richiedere una licenza, basta presentare la SCIA (segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso lo sportello Suap del Comune, un documento in cui devono essere indicati i parametri di conformità urbanistica, ambientale, edilizia, igienico-sanitaria.

Infine per te che sei il titolare, e per i tuoi dipendenti, devi provvedere ad aprire delle posizioni INPS e INAIL.

Consigli su come aprire un negozio di abbigliamento: a chi affidarsi?

I fattori da considerare sono davvero molti, se non vuoi essere uno dei tanti che aprono per poi chiudere dopo pochi mesi, la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza per la tua start up.Dunque, come aprire un negozio di abbigliamento e a chi affidarsi?

Gi. Pa. In Formazione è un punto di riferimento per coloro che intendono avviare un’attività a Roma, con particolare attenzione al centro storico, e nel Lazio. Rivolgendoti a Gi.Pa.In Formazione troverai dei professionisti pronti a supportarti in ogni fase progettuale, di lancio e di avvio del tuo negozio di abbigliamento, dalla scelta e progettazione dei locali, al disbrigo di tutti gli aspetti burocratici.

Puoi ricevere aiuto anche sul piano finanziario. L’impegno economico per aprire un negozio può non essere indifferente, ma devi sapere che tante sono le opportunità di finanziamento a cui è possibile accedere. Per particolari categorie di persone, ad esempio, giovani, donne, residenti al sud, ci sono numerosi bandi pubblici erogati da enti locali o nazionali. Il team di Gi.Pa.In Formazione può aiutarti a preparare un business plan necessario per richiedere un finanziamento e può guidarti nella scelta delle opportunità migliori per te.

Aprire un locale notturno: ecco da dove partire

Gli step necessari per aprire un locale notturno

Aprire un locale notturno può rivelarsi un business davvero redditizio se riesce a diventare un punto di riferimento per il target di clientela a cui si riferisce. Un’attività di questo genere è un format che coniuga l’intrattenimento alla consumazione di cibo e bevande. Si tratta di un luogo di svago e di incontro, dove i clienti sono invitati a trattenersi il più possibile e di conseguenza a consumare. Vuoi sapere come aprire un locale di successo? Ecco qualche consiglio.

Il format e il concept

Il temine “locale” è davvero molto generico e può intendere diverse tipologie di attività: vuoi aprire un locale notturno di quale genere? Potrebbe essere una discoteca, un cocktail bar in cui si servono aperitivi, un pub in cui si ascolta musica dal vivo, un locale dove si servono cene gourmet o un disco bar. Il primo step è quindi quello di definire con esattezza il tipo di locale che vuoi aprire perché da questo dipenderanno la scelta della location, il suo allestimento e anche i permessi da richiedere. Un errore comune è quello di scegliere il format solo in base alle proprie passioni, in realtà la cosa migliore da fare è affidarsi ad un’analisi di mercato per andare incontro o anticipare le richieste del target di clienti che si vuole conquistare. In questo rientra anche lo studio della concorrenza ed è necessaria un’attenta pianificazione delle strategie e delle scelte imprenditoriali.

Parola d’ordine: differenziarsi

Perché un cliente dovrebbe entrare nel tuo locale? Cosa lo rende unico? In che modo lo hai reso differente dall’offerta commerciale del luogo in cui si trova? Aprire un’attività simile a quella di molti altri non ti porterà da nessuna parte, avrai in mano un business privo di identità e sarai uno dei tanti che lavora non per guadagnare, ma per evitare il fallimento. La società contemporanea oggi richiede la specializzazione delle offerte commerciali. Il tuo locale deve quindi essere dotato di un’identità propria, accogliente e confortevole nell’arredamento, funzionale per la tipologia di attività svolta al suo interno. Un format originale può invece farti conquistare il gradimento della clientela. Una buona idea potrebbe essere ad esempio aprire un locale a tema, oppure riservato ad una nicchia di mercato.

La location

aprire un locale notturno

La scelta della location più adatta dipende dalla tipologia di locale che intendi aprire, dal target di riferimento e anche dalle dimensioni dell’attività. In genere i locali notturni si concentrano nei centri storici delle città, ma non tutti: se intendi aprire una discoteca dovrai individuare un locale di grandi dimensioni e può essere preferibile una location più periferica per problemi legati alle limitazioni dei rumori e anche per i costi. Per aprire un locale notturno di successo, incredibile, ma vero, diversi esperti consigliano di scegliere una sede proprio vicino alla concorrenza che funziona. Il motivo è abbastanza semplice: le attività di successo hanno già creato il mercato. Pensiamo ad esempio ai tanti locali notturni che si concentrano nei pressi delle università che sono vicini tra loro, ma si distinguono per l’offerta rivolta allo stesso target di utenti che sono gli studenti.

L’iter burocratico

L’imprenditore che apre un locale notturno deve possedere:

  • requisiti morali e professionali (deve essere maggiorenne, non deve aver riportato condanne penali, non deve esser stato dichiarato fallito)
  • attestato SAB (Somministrazione alimenti e bevande) o un titolo equivalente
  • attestato HACCP (per tutto il personale che viene in contatto con alimenti e bevande).

L’iter burocratico prevede:

  • l’apertura della partita Iva
  • la presentazione della SCIA commerciale
  • l’apertura di posizioni Inps e Inail
  • il pagamento dei diritti SIAE per poter diffondere musica e immagini.

Per quanto riguarda il locale serve:

  • stipulare le assicurazioni necessarie
  • la valutazione di impatto acustico e relativi adeguamenti
  • la valutazione antincendio e necessari sistemi di prevenzione
  • impianti a norma dal punto di vista della sicurezza, dell’igiene, dell’agibilità, dell’urbanistica
  • la presenza di uscite di sicurezza
  • servizi igienici separati per personale e clientela
  • un ufficio e degli spogliatoi per il personale.

Perché richiedere una consulenza professionale se vuoi aprire un locale notturno

aprire un locale notturno

Qualunque sia il tipo di locale che intendi aprire, sono molti gli adempimenti burocratici e amministrativi a cui devi pensare. Senza contare poi aspetti come l’individuazione della location più adatta, il suo allestimento e le strategie di marketing per far conoscere l’attività e acquisire clientela. Al pari di ogni attività commerciale dovrai poi preparare un business plan, valutare con attenzione costi e spese e definire delle linee guida per l’avvio e la gestione del lavoro. Se cerchi qualcuno che possa aiutarti in tutto questo puoi rivolgerti a Gi.Pa.In Formazione, una società di consulenza aziendale che vanta un team di esperti con competenze trasversali. Partendo dalla tua idea di locale, il team di Gi.Pa.in Formazione può aiutarti a progettare il tuo locale, anche con soluzioni chiavi in mano: l’iter burocratico e amministrativo non sarà poi un problema. Grazie alla collaborazione con A.P.R.E Roma, azienda leader nel campo della sicurezza alimentare e Chemichal S.r.l., tra le più note aziende nel campo della progettazione, sicurezza alimentare e sicurezza dei luoghi di lavoro, Gi.Pa. In Formazione può confezionare per te un progetto su misura.

Come aprire un franchising? Guida per aspiranti imprenditori

Ecco come aprire un franchising e perché è una buona opportunità di investimento

Sei in quella fase in cui stai per fare il grande salto e passare da una condizione da dipendente a quella di imprenditore? Oppure sei un giovane e credi che il lavoro in proprio sia l’opportunità giusta per costruire il futuro professionale che sogni? Qualunque sia la tua storia, se non hai alle spalle alcuna esperienza imprenditoriale puoi lo stesso avviare un’attività commerciale di successo se decidi di legarti a un grande brand capace di guidarti al meglio nel tuo percorso di auto realizzazione lavorativa. Ti spieghiamo come aprire un franchising e quali sono i vantaggi che ti offre questa formula.

Come aprire un franchising: i termini stabiliti dalla legge

Il franchising, o affiliazione commerciale, è regolato in Italia dalla legge n.129 del 6 maggio 2004. La normativa definisce in modo univoco quali sono gli attori: il franchisor o affiliante, il franchisee o affiliato e quando presente il licenziatario master. In particolare fornisce indicazioni sulla fase informativa preliminare, un aspetto determinante per avviare un rapporto di franchising corretto.

In pratica si richiede alle parti di essere leali e chiare nel periodo che precede la stipula del contratto, ma vincola poco sul rapporto tra le due, come è giusto sia, trattandosi di una formula di collaborazione imprenditoriale che è stata ben definita dalla pratica e applicabile anche in contesti differenti tra loro. Le aziende che vogliono creare una rete di franchising devono poter dimostrare che l’attività è vincente, cioè tale da poter ripagare l’investimento effettuato dall’affiliante.

Questo viene dimostrato con la sperimentazione di un progetto pilota che testimonia la capacità del business così come si deve anche provare la trasferibilità del know how agli affiliati.

Aprire un franchising conviene davvero?

Aprire un’attività in franchising è più semplice che metterla in piedi partendo da zero: rappresenta anche un’ottima opportunità per riconvertire un’attività già esistente e rilanciarla. Il franchising è un rapporto commerciale tra due soggetti che sono giuridicamente ed economicamente indipendenti: non si tratta quindi di un rapporto di subordinazione, perché l’affiliato adotta una formula commerciale già sperimentata con successo dalla casa madre ed è libero di valorizzare la sua impresa con le sue competenze e prendendo delle iniziative personali. Il franchising è quindi una collaborazione tra le parti, il contratto prevede infatti oneri e benefici a carico di entrambe.

Aprendo un’attività in franchising puoi godere di diversi vantaggi:

  • puoi sfruttare la popolarità di un marchio noto, che ha già una clientela acquisita
  • non devi pensare alla promozione e al marketing perché di questo si occupa spesso la casa madre
  • non sarai mai solo, potrai sempre contare sulla guida di qualcuno che ha già compiuto questo passo prima di te
  • puoi acquisire in breve tempo un know how che da solo potresti maturare in anni di lavoro
  • alcuni brand offrono, oltre alla formazione, un servizio di aggiornamento professionale per gli affiliati e i loro dipendenti.

Alcuni dati sul franchising in Italia

Nel nostro Paese quello del franchising è un settore in crescita: il saldo tra aperture e chiusure è positivo testimoniando la solidità di questa formula. In base al Rapporto Assofranchising 2019 è aumentato il numero delle insegne (+2,1% nell’arco temporale 2014-2018), delle persone occupate (+3,8% tra il 2017 e il 2018) e del fatturato delle catene. La ricerca ha preso in esame 961 insegne: 174 estere e 861 italiane. In base ai dati del Centro Studi del Salone Franchising il fatturato complessivo dei franchising italiani ha segnato un +0,7% nel primo semestre 2018. I settori trainanti sono food and beverage, abbigliamento e anche salute e benessere. Quasi sempre i nuovi imprenditori sono nella maggior parte di casi privi di esperienza imprenditoriale e giovani, anche se un significativo 11% è costituito da over 45. Il franchising poi funziona perché incontra il gradimento dei consumatori: 1 su 3 ha dichiarato di preferire i negozi affiliati per via dei prezzi fissi (22%) e per la percezione di maggior tutela e comfort ambientale (23%).

Come aprire un franchising con l’aiuto di Gi.Pa. In Formazione

Come trovare l’insegna più adatta alle tue esigenze? Qual è il locale più adatto ad ospitare la tua nuova attività? Come preparare un business plan per ottenere dei finanziamenti e avviare l’impresa? Quali sono i documenti per aprire un’attività commerciale?

Rivolgendoti a Gi.Pa. In Formazione troverai un team di professionisti con competenze trasversali pronto ad aiutarti in ogni fase di realizzazione del tuo progetto imprenditoriale. Se hai deciso di metterti in proprio possiamo aiutarti a realizzare il tuo sogno: contattaci per studiare insieme un piano di successo per il tuo progetto.

Come aprire un birrificio? 5 consigli per amanti della birra

Bionda, rossa e scura: ecco come aprire un birrificio a prova di mastro birraio!

La birra è la tua bevanda preferita e vorresti trasformare questa tua passione in un lavoro? Aprire un birrificio artigianale è il tipo di attività che potresti avviare.

La produzione di birra artigianale può rivelarsi, infatti, un business redditizio: tanti sono in Italia gli estimatori della “bionda” pronti ad assaggiare i nuovi prodotti sul mercato. Ecco perché si assiste a una continua crescita dei birrifici presenti in città, sia nelle zone più centrali che in quelle periferiche.

Se, dunque, sei orientato a intraprendere questa strada e sei curioso di sapere come aprire un birrificio ecco qualche informazione che potrà tornarti utile.

Qual è la differenza tra birrificio e microbirrificio?

Prima di addentrarci nel dettaglio su cosa fare per aprire una fabbrica di birra è necessario fare una piccola premessa per comprendere la differenza tra birrificio e impianti di microbirrificio: un birrificio è un’azienda che produce birra e punta sia sulla quantità che sulla qualità, un microbirrificio invece non produce più di 200mila ettolitri di birra l’anno.

5 step per aprire un locale per birra lovers!

Per prima cosa dobbiamo dirti che questo lavoro non può essere improvvisato. Per aprire un birrificio che diventi un’attività di successo è necessario avere alle spalle una solida preparazione, ottenuta grazie a dei corsi professionali per mastri birrai e ad un continuo aggiornamento anche una volta conseguite le certificazioni!

A livello pratico invece ecco invece i consigli su come aprire un birrificio.

  1. Business plan dettagliato. Aprire un birrificio ha dei costi ed è necessario seguire un iter burocratico specifico. Prima di avviare l’attività è quindi necessario preparare un business plan dettagliato per delineare l’avvio dell’attività e le linee guida da seguire nel futuro.
  2. Scelta dei locali. La scelta dei locali è molto importante, aprire un microbirrificio o un birrificio significa avviare una fabbrica: deve esserci abbastanza spazio per l’impianto per la cottura della birra e devono essere soddisfatti tutti i requisiti tecnici legati alle normative di sicurezza. Gli arredi e le attrezzature vanno scelti con cura: esistono infatti diverse tipologie di macchinari come, per esempio, l’impianto di cottura che può essere elettrico, a vapore o a fiamma. Già in questa fare devi fare scelte importanti: l’acquisto di macchinari più sofisticati può consentire di risparmiare nel lungo periodo anche se sull’immediato richiede uno sforzo economico maggiore. Ma questa è una decisione da valutare in base al tuo budget e come hai deciso di distribuirlo tra le varie voci presenti nel business plan.
  3. Possibile apertura di un pub. Che ne dici di aprire una birreria collegata alla tua attività? Volendo puoi associare al birrificio l’apertura di un pub dove i clienti possono gustare la tua produzione insieme a qualche piatto veloce, ma in questo caso devi prestare attenzione anche alla zona in cui decidi di aprire: l’importante è che sia passaggio o facile da raggiungere. Locali di questo tipo si chiamano Brew pub e sono una buona idea perché, se ben avviati, grazie ai loro incassi consentono di ammortizzare in tempi abbastanza brevi l’investimento iniziale. Tra l’altro sono anche un buon mezzo per acquisire clientela: il passaparola è un valido strumento per far conoscere il tuo marchio di birra.
  4. Attenzione alla burocrazia. Il vero nodo dolente è l’aspetto burocratico, la normativa in materia è vasta e poco chiara. Se decidi di aprire un burrificio e un Brew pub i passi fondamentali da compiere sono:
  5. Essere in possesso della certificazione Sab (somministrazione alimenti e bevande) rilasciato dalla regione e devi aver frequentato anche un corso Hccp.
  6. Presentare al Comune la Scia (Segnalazione certificata inizio attività).
  7. Ottenere il nulla osta dalla Asl e richiedere la licenza all’Agenzia delle Dogane che si occupa delle accise sull’alcol.

Dal punto di vista fiscale devi aprire una partita Iva, delle posizioni Inail e Inps e iscrivere la tua attività al registro delle imprese della camera di Commercio.

  • Comunica la tua brand identity. Lavora sulla comunicazione e studia un buon piano di marketing per far volare i guadagni e battere la concorrenza. Puoi produrre la birra più buona del mondo, ma se non riesci a farla conoscere sarà del tutto inutile. Aprire un’attività parallela come un Brew pub è un buon inizio, ma oltre a questo devi mettere in atto delle strategie concrete per raggiungere il maggior numero di potenziali clienti: si tratta di un vero e proprio lavoro che deve essere costruito nel tempo tenendo conto della peculiarità della tua impresa. Il consiglio è quello di rivolgerti a dei professionisti del settore e richiedere una consulenza di marketing per start up.

Come aprire un birrificio con GiPa Consulting?

Se vuoi aprire una microbirreria o un birrificio, ma non sai da dove iniziare, puoi realizzare il tuo sogno rivolgendoti a qualcuno che sappia indirizzarti al meglio e che possa assisterti nel lancio e nell’avvio della tua impresa.

Se stai cercando qualcuno che possa aiutarti concretamente nell’apertura della tua attività commerciale puoi rivolgerti a  Gipa Consulting. Troverai un team di professionisti con competenze trasversali, pronto a seguire ogni fase della realizzazione del tuo birrificio partendo dalla tua idea iniziale fino alla realizzazione pratica del locale. Il nostro team può:

  • aiutarti a trovare il locale più idoneo a ospitare la tua attività,
  • consigliarti sulla scelta dei macchinari e dell’arredamento,
  • aiutarti a sbrigare tutte le pratiche burocratiche e amministrative,
  • studiare soluzioni di brand identity e di content management per far conoscere il tuo marchio.
  • affiancati nella selezione e nella formazione del tuo team di lavoro.

Ma non solo: Gipa Consulting ti offre un servizio di consulenza a 360 gradi, anche grazie alla collaborazione con A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro e Chemichal S.r.l., fra le più affermate aziende nel settore della progettazione e sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Avviare un’attività commerciale in centro città

Cosa devi sapere se vuoi avviare un’attività commerciale in centro città

Quando si decide di avviare un’attività commerciale una delle prime decisioni da prendere è senza dubbio la scelta della location più adatta. Indipendentemente dal tipo di impresa, il luogo in cui si andrà ad insediare può determinare il successo o meno dell’attività. Aprire un negozio in una zona di periferia poco frequentata non è di certo una buona idea: poco contano la passione e l’entusiasmo dell’imprenditore in assenza di clienti. Se l’attività è su strada, l’ideale è individuare una location in un luogo di passaggio e molto frequentato, come ad esempio il centro storico della città.

È il nucleo della vita cittadina ed è sempre la zona in cui si registra la maggior concentrazione di attrattive storiche, artistiche e culturali, ma non solo: è il luogo dove si organizzano gli eventi perché raggiungibile da tutti i residenti e anche un’area dove si trovano gli uffici più importanti e prestigiosi insieme alle sedi di rappresentanza. Avviare un’attività commerciale nel centro storico significa quindi assicurarsi un’ottima visibilità ed entrare in un contesto dinamico e produttivo in cui si muovono turisti, lavoratori e anche residenti. Ovviamente non basta trovare un locale in centro e tirare su bottega: la scelta della tipologia di impresa deve essere presa con accuratezza e in considerazione di un target di clientela ben definito.

Quali sono i requisiti e le normative che regolamentano l’apertura di un’attività?

avviare un'attività commerciale

Avviare un’attività commerciale significa affrontare una serie di passaggi pratici e burocratici, anche se il Decreto Bersani del 1998 ha notevolmente semplificato la normativa in materia per favorire la nascita di nuove attività. Tale liberalizzazione prevede l’obbligo di licenza per le tabaccherie, per tutte le altre attività vi è solo la necessità di comunicare al Comune di riferimento la data di apertura dell’attività attraverso un modulo chiamato SCIA (segnalazione Certificata di Inizio Attività) in cui vanno indicati i parametri relativi alla conformità urbanistica, edilizia, ambientale e igienico-sanitaria.

Ma attenzione, per avviare un’attività commerciale la normativa stabilisce anche il possesso di determinati requisiti morali, tra cui l’impossibilità a diventare imprenditore per colui che:

  • è stato dichiarato fallito;
  • è stato condannato con una pena minima di tre anni per un reato non colposo;
  • è sottoposto a norme restrittive come il divieto o l’obbligo di soggiorno o una limitazione della libertà personale.

Vincoli e regole comunali per avviare un’attività commerciale 

avviare un'attività commerciale

Avviare un’attività commerciale è quindi più semplice oggi che in passato, ma oltre a tali regole generali bisogna considerare anche i vincoli imposti a livello locale dai vari Comuni. In alcune città come Roma sono in vigore regole molto rigide che regolamentano le nuove aperture nel centro storico. Il regolamento approvato dalla Giunta Capitolina vieta l’apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate, ponendo un divieto a:

  • friggitorie,
  • rosticcerie e negozi di kebab
  • centri massaggi
  • compro oro
  • vendita per mezzo di apparecchi automatici

Al fine di tutelare le attività storiche e il decoro cittadino il Comune di Roma ha imposto poi un divieto all’apertura di attività di vicinato per quanto riguarda artigiani, alimentari, vendita al dettaglio in tutti i quartieri che rientrano dell’area UNESCO e ha delineato poi una serie di regole precise e più restrittive legate alle nuove aperture di alimentari, al tipo di attività commerciali autorizzate e anche sulla qualità dei prodotti in vendita. Vengono poi fissati dei paletti ben precisi per le attività in cui si somministrano alimenti e bevande.

Oltre a tutto questo per avviare un’attività commerciale nel centro storico di Roma, per esempio, si deve individuare un locale con una destinazione d’uso adeguata ad ospitare la tipologia di attività in questione e che soddisfi i requisiti richiesti dalla ASL.

Come avviare un’attività commerciale senza problemi

Aprire un’attività nel centro storico può rivelarsi un’idea vincente, ma a patto che si compiano tutti i passi necessari sia dal punto di vista pratico che burocratico. Se non sai come orientarti in questo mare di pratiche e normative la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza a dei professionisti del settore.

Rivolgendoti a Gi.Pa. In Formazionetroverai un team di persone qualificate, capaci di rispondere ad ogni problematica. La consulenza va dalla ricerca del locale migliore fino allo alla progettazione dell’attività commerciale e al suo sviluppo con soluzione chiavi in mano.

Perché aprire un pub può essere un’idea commerciale redditizia

Vuoi aprire un pub? Ecco da dove partire e a chi rivolgerti per una scelta vincente

Vorresti avviare un’attività imprenditoriale e stai pensando all’apertura di un pub? A Milano così come a Roma e nelle altre grandi città e nei centri più piccoli, aprire un pub o un bar, vuol dire avviare delle attività potenzialmente di successo.  

I pub sono locali importati in Italia dalla Gran Bretagna, ambienti familiari perfetti per passare una serata fuori casa e incontrare gente e bere birra, magari mentre si ascolta musica live.  I pub sono sempre molto affollati, soprattutto se situati in zone di passaggio o nei centri storici delle città.

Aprire un pub, quindi, è una buona idea, ma se realizzata con cautela. Ecco allora dei consigli per avviare quest’attività e raggiungere il successo.

Quanto costa aprire un pub?

Se ti stai domandando quanto costa aprire un pub, però, non è possibile dare una risposta univoca, perché le variabili sono molte: affitto o acquisto dei locali, arredo, forniture, permessi. Il tuo investimento iniziale può però essere recuperato nel giro di poco tempo, a patto che l’avvio della tua start up sia pianificato con cura in ogni dettaglio. Aprire un pub ha costi legati alla sede fisica in cui operare e all’arredamento, a cui si aggiungono aspetti amministrativi e burocratici per ottenere requisiti e licenze necessari per lavorare.

Come aprire un pub: le fasi per avviare il tuo business

La fase iniziale si concentra sulla scelta della location e sull’individuazione del target di riferimento, ovvero il posto dove vorrai far sorgere il tuo locale e la clientela che hai pensato di accogliere. Vediamo però tutti gli step da seguire per non sbagliare e investire al meglio il tuo budget:

1. Scelta della location

Si fa presto a dire voglio aprire un pub: sì, ma dove? Quando si decide di avviare un’attività la scelta della location è fondamentale. Aprire un pub in un quartiere poco frequentato non è una delle scelte migliori, al contrario individuare un locale per avviare un pub in una delle zone in cui si concentra la movida cittadina potrebbe far lievitare di molto i guadagni dell’attività. Per scegliere la location più adatta si deve tenere conto di alcuni criteri: una strada ad alto scorrimento, anche se indubbiamente frequentata, potrebbe dissuadere i clienti ad entrare, sia per via del rumore che per la difficoltà di trovare parcheggio. Nel caso di un locale notturno è vero però che le regole sono un po’ meno rigide e a decretare il successo di un locale è il gradimento della clientela. Se si organizzano serate a tema o se nel menù sono previste birre particolari, le persone sono anche disposte a spostarsi.

2. Scelta del target di riferimento

Vuoi avere successo? Rispetta i seguenti requisiti per aprire un pub: differenziarsi, intrattenere, offrire qualcosa di nuovo o di speciale. In questo conta ovviamente la scelta del target di riferimento che dovrà essere pianificata a priori prima di avviare la start up. Qual è il bacino di utenza di riferimento? Scegliendo ad esempio di aprire un pub per accogliere giovani e universitari la scelta della location deve ricadere nei pressi delle facoltà o nei quartieri in cui si concentrano gli alloggi degli studenti. Se invece il target si orienta su quello turistico, il centro cittadino è l’ideale e il locale perfetto sarà nei pressi delle maggiori attrattive. In questo caso bisogna però prestare molta attenzione: non tutti i locali vanno bene e non tutti possono ottenere licenze per aprire un pub, bisogna attenersi alle regole comunali che ne decretano l’idoneità e bisogna poi considerare che alcuni comuni hanno imposto dei vincoli all’apertura di nuove attività per tutelare il pregio di alcune zone.

3. Piani di comunicazione e sviluppo della brand identity.

Le scelte strategiche come l’individuazione della location e lo studio del target di clientela di riferimento devono essere supportate dallo sviluppo di piani di comunicazione e di marketing e dalla costruzione della brand identity del locale. L’obiettivo è quello di rendere noto a più persone possibile che è stato aperto un nuovo locale, ma anche caratterizzarlo e distinguerlo dalla concorrenza studiandone un’identità ben definita raccontando la storia del locale per incrementare il valore percepito del servizio o dei prodotti.

Si possono sfruttare a tal fine le potenzialità di mezzi di comunicazione tradizionali, come locandine o volantini, e anche le opportunità offerte dai mezzi digitali avviando campagne di marketing online sui social.


A chi rivolgerti per aprire il tuo pub con stile e originalità?

Ti abbiamo illustrato a grandi linee cosa serve per aprire un pub, passare all’atto pratico non è però semplice. L’aiuto di un professionista può aiutarti a velocizzare i processi di apertura del tuo pub e soprattutto a non incorrere in errori in fase di progettazione della tua idea. Se sei alla ricerca di un consulente, che possa illustrarti come aprire un pub, i costi  e le formalità da sbrigare, puoi rivolgerti a GIPA Consulting e richiedere una consulenza per valutare il tuo progetto sotto ogni punto di vista.

I consulenti di GIPA Consulting ti accompagnano nel lancio della tua attività fino all’apertura con soluzioni chiavi in mano. Puoi ricevere assistenza dalla ricerca della location, all’arredamento, dallo sviluppo del concept, fino alla realizzazione pratica dei lavori e all’avvio di tutte le pratiche amministrative necessarie come l’ottenimento della licenza.

Ecco cosa possiamo fare per te:

  • supportarti nella ricerca e nell’individuazione dei locali idonei;
  • effettuare sopralluoghi per studiare un piano di intervento;
  • realizzare una progettazione tecnica e igienico sanitaria, ovvero controllo della fattibilità presso i competenti enti;
  • effettuare la ristrutturazione del locale;
  • sviluppare un rendering 3D che ti permette di visualizzare come verrà il tuo locale con arredi e illuminazione;
  • trasmettere la documentazione necessaria all’avvio dell’attività presso gli uffici competenti;
  • sviluppare piani di comunicazione e brand identity per supportare il lancio dell’attività.

Una consulenza per aprire un pub può essere fondamentale per costruire il successo del tuo locale, chiedi subito informazioni e trasforma in realtà il tuo sogno imprenditoriale!