I nuovi Food Trends a Roma e la strategia del loro successo

La cucina orientale è presente a Roma da ormai molto tempo.
Ovunque si può prenotare un pranzo oppure una cena a base di ricette provenienti dalla tradizione giapponese, cinese e non solo.

Nell’ultimo periodo hanno aperto nel centro della Capitale locali di ispirazione orientale che si sono imposti come i nuovi food trend: parliamo dei Bao, gli Okonomiyaki e del Bubble Tea.

Bao, dalla tradizione cinese

Noti anche come baozi, sono dei paninetti al vapore ripieni di carne, verdure o entrambe. Originari della Cina, a Roma sono diventati un popolare street food perché sono portatili e, a differenza dei ravioli, sono fatti per essere mangiati con le mani. Sono spesso serviti come parte del dim sum – un pasto cinese simile a un brunch dedicato a piccoli piatti di cibi fritti e al vapore. 

Okonomiyaki, dalla tradizione giapponese 

L’ispirazione per questa ricetta arriva direttamente da Osaka, famosa per la sua cucina.
È lì infatti che l’okonomiyaki è la specialità più diffusa, da consumare per strada o seduti in piccoli locali tradizionali. Se vi state chiedendo dove avete già visto questo piatto vi basta pensare ai cartoni animati giapponesi come Kiss me Licia. La versatilità di questa specie di frittella salata a base di grano la rende adatta a essere condita con svariati ingredienti, dalla carne al pesce passando per le versioni vegan e spicy.

Bubble Tea, direttamente da Taiwan

Questa particolare bibita, caratterizzata dalla presenza di tè nero o verde addolcito con sciroppi e perle alla tapioca nasce negli anni 80 a Taiwan. Il termine Bubble tea deriva dalla presenza delle perle di tapioca, chiamate “boba balls”. Prima di spopolare in tutte le città in Italia è passato per gli Stati Uniti. Una leggenda racconta che la bevanda nacque semplicemente dopo che un barista di Taiwan versò accidentalmente un dolce alla tapioca nel tè che stava per servire al cliente.

Il successo del Bubble Tea sta nel fatto di essere un ibrido: si mangia e beve allo stesso tempo ed è possibile consumarlo all’esterno del locale, passeggiando per la città.

Ma oltre al prodotto, cosa rende questi locali così di successo?

E’ importante concepire un concept di design studiato strategicamente per essere riconoscibili ed invogliare i clienti ad entrare e cercare la giusta zona dove aprire.

I locali in questione sono ubicati nei quartieri del centro storico, proprio nel mezzo alla movida cittadina.
La scelta della posizione è vincente data la grande affluenza delle generazioni più giovani, in grado di comprendere ed apprezzare al meglio questi nuovi trend e concept di locali.

Per quanto riguarda l’arredamento ed il design, è strategica la scelta di creare angoli adatti ad essere spontaneamente fotografati dai clienti e pubblicati sui social. Si tratta infatti di una forma di pubblicità a basso costo e che può dare molta copertura al locale.

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Ristrutturazione o restyling?

Modificare l’aspetto di un locale è una scelta importante e bisogna delineare prima quali sono le reali possibilità, gli obiettivi che si vogliono raggiungere, il motivo per cui si decide di intraprendere questo tipo di azioni. Le motivazioni possono essere molteplici, e bisogna considerare il tipo di locale che si ha a disposizione.

Per un locale commerciale si dovranno concentrare le proprie risorse per rendere l’ambiente più accogliente, dando al locale un aspetto nuovo e un’estetica rivoluzionaria. In questo modo sarà possibile acquisire nuovi clienti oltre a mantenere i clienti stabili, dato che vedranno il cambiamento come la conferma che il locale funziona.

Vediamo ora quali aspetti differenziano una ristrutturazione da un restyling.

Principali differenze tra una ristrutturazione completa e un restyling

Per ristrutturazione si intende una serie di lavori mirati a rifare completamente o parzialmente la struttura presente in un determinato locale.
Per restyling invece si intende un rimodellamento: azioni che hanno lo scopo di ridare un look e un’estetica diversa da quella presente in un determinato ambiente.

Quindi, per ristrutturazione completa si intende il totale rifacimento degli impianti e di tutto ciò che concerne la struttura per poi proseguire con il cambio del mobilio e tutti gli accessori che andranno a formare l’intero ambiente.
Si può affermare che dopo effettuato una ristrutturazione, si potrà procedere con un restyling, ma non viceversa. Oltre i costi, le differenze risiedono proprio nella mole di lavoro a cui si va incontro, più in termini di materiale che altro.

Cosa tenere in considerazione quando bisogna scegliere tra una ristrutturazione completa e un restyling

Prima di decidere cosa fare del proprio locale ci sono delle importanti considerazioni da dover fare. Innanzitutto, se si sta pensando ad un semplice restyling, ma il locale richiede delle modifiche strutturali, è meglio aspettare, se non è possibile supportare le spese, e procedere direttamente con una ristrutturazione completa.

Nel caso in cui il locale in questione si trovi in un centro storico oppure in un condominio, si può richiedere agevolazioni da parte dello Stato dimostrando che i lavori sono volti a migliorare le condizioni dello stabile o zona. Inoltre, è giusto ricordare che restyling non significa rifare tutto il mobilio, gli accessori e sconvolgere totalmente l’estetica del locale in sé, ma può significare applicare qualche modifica che doni un aspetto nuovo.

Inoltre, è giusto ricordare che restyling non significa rifare tutto il mobilio, gli accessori e sconvolgere totalmente l’estetica del locale in sé, ma potrebbe anche significare applicare qualche modifica che dia un aspetto nuovo, o che soprattutto possa apparire così agli occhi dei clienti. A volte basta cambiare tono alle pareti, o rifinire il mobilio presente, dando a tutto il locale un look visivo nuovo, anche se in sostanza non sono stati fatti dei lavori importanti e determinanti.

Essere originali e creativi con il minimo indispensabile è sempre la strada migliore da prendere per diverse ragioni.

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Geomarketing: una strategia di business attuale

Cos’è il geomarketing e a cosa serve? 

Il termine geomarketing vuole sottolineare la necessità di integrare due materie all’apparenza molto distanti tra loro: la geografia e il marketing.

Pensare spazialmente è la caratteristica principale di questo nuovo approccio strategico di marketing, volto a valorizzare non solo la dimensione spaziale già dalla fase di analisi, ma anche la sua integrazione all’interno del processo di gestione strategica del business.

In pratica, analizzare dati relativi alla posizione geografica delle persone in determinati momenti e in real time, ai loro percorsi quotidiani, ai luoghi dove hanno effettuato acquisti in passato, o dove si recano nel corso della loro giornata tipo.

Spesso però clienti con caratteristiche territoriali simili potrebbero avere comportamenti d’acquisto differenti. E’ importante quindi capire dove vive il consumatore e matcharlo con altri dati “georeferenziati” per migliorare l’offerta in base alle sue necessità e alle caratteristiche del territorio.

A cosa serve il marketing geografico?

Fare geomarketing vuol dire fornire una visione territorialmente dettagliata del proprio modello di business, tenendo bene a mente le variabili in termini di performance di un dato territoriale.

In un contesto sempre più social e globale, il pensare localmente diviene lo strumento con cui distinguersi dalla concorrenza, rendere la propria offerta unica e inimitabile e infine fidelizzare nel modo più originale i propri consumatori.

Quindi una strategia di geomarketing come aiuta le aziende? 

  • Creando i profili dei clienti effettivi e potenziali;
  • Identificando la concorrenza;
  • Ottimizzando i percorsi di vendita;
  • Valutando nuove opportunità di business.

Perchè fare Geomarketing?

Se vuoi mettere in campo una campagna di marketing di successo, che sia l’apertura di una sede in franchising di un’azienda in un’area specifica o in attività promozionali periodiche, le domande a cui dovrai rispondere sono diverse:

  • Chi è la mia buyer persona?
  • Dove risiede il mio consumatore?
  • Dove lavora?
  • Cosa  acquista e quanto pesa il luogo d’acquisto?
  • Dove passa il suo tempo libero?
  • Dove agiscono i miei competitors?

Per una strategia di business di successo, conoscere il comportamento spaziale di un potenziale utente (quali sono i suoi consumi, dove li effettua, con che frequenza) può fare la differenza.

Nel processo di decision making di un piano di business l’analisi dell’insieme di tutte le variabili territoriali è la chiave di tutto. Adottando un approccio di marketing geo-centralizzato anche le più semplici attività di marketing locale come il volantinaggio, le affissioni, il porta a porta e il direct mailing diventano più profittevoli. 

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Contattaci ed i professionisti di GI.PA. saranno a tua disposizione.