Come valutare un bar prima di acquistarlo: consigli per futuri gestori

Ecco come valutare un bar valutando tutte le variabili in gioco

Aprire un bar è una buona idea in questo particolare periodo storico? La risposta è sì! Gli italiani amano andare al bar per tanti motivi: fare colazione, una pausa caffè, consumare un pasto veloce, incontrare gli amici. Un bar può essere un punto di riferimento per i residenti di un quartiere o per i dipendenti di un ufficio. Tuttavia, stabilire il valore di un bar è un’operazione complessa che tiene conto di diverse variabili. Ad incidere sono fattori come: la location, quindi se si trova in una zona di passaggio o meno, la grandezza dei locali, la vicinanza ad altre attività commerciali o competitor, la prossimità di uffici, il bacino d’utenza, da quanti anni l’attività è sul mercato. Dunque, come valutare un bar già avviato se la tua intenzione è quella di rilevarlo?

Requisiti per la valutazione: cosa evitare e cosa considerare

“Non è tutto oro quel che luccica”: quando un titolare decide di cedere la sua attività è portato a presentarla al meglio, talvolta gonfiando gli incassi o vantando una clientela fissa sulla quale in realtà non può contare. Al di là delle chiacchiere, se vuoi sapere come valutare un bar e capirne davvero il potenziale devi soppesare e confrontare dati concreti. Tra le caratteristiche da considerare, bisognerà valutare:

  • Le condizioni generali del locale
  • La grandezza e la disposizione dei locali
  • Il tipo di fabbricato
  • La presenza di una zona magazzino o per lo scarico delle merci
  • La presenza di uno spazio all’aperto
  • Gli arredi interni

Tutte queste variabili influenzano la redditività del locale e il suo avviamento.

Come valutare un bar? I metodi più usati

Per stabilire il valore di una attività e di conseguenza il suo prezzo di vendita, si possono adottare diversi metodi. I criteri più utilizzati, su come valutare un bar, sono:

  • Valutazione dell’avviamento

L’Ufficio di registro valuta l’avviamento moltiplicando la percentuale di redditività (intesa come rapporto tra la media del reddito e dei ricavi calcolata in un triennio), per la media triennale dei ricavi e infine moltiplicando per tre

  • Valutazione patrimoniale

Questo metodo tiene invece conto degli attivi (magazzino, crediti, ecc) e dei passivi (mutui, debiti, ecc) e del patrimonio netto.

Nella pratica le cose vanno però diversamente: il prezzo richiesto dal titolare per cederti il suo bar dovrebbe essere all’incirca un anno del fatturato. Non è un prezzo stabilito per legge, si tratta di una consuetudine che può subire però delle variazioni all’incirca tra l’80% e il 150% dell’incasso annuo. I bar ovviamente non fatturano tutti allo stesso modo, tale richiesta varia quindi a seconda del contesto territoriale (per un bar in centro città si potrebbe chiedere di più in considerazione delle sue potenzialità) e di una serie di altri fattori che possono determinare o meno il successo dell’attività.

Per abbassare la cifra richiesta dal venditore è necessario valutare eventuali difetti del locale, lavori da effettuare, macchinari non più utilizzabili: dovrai poi considerare anche i costi di un eventuale affitto e quelli legati al personale.

Come valutare un bar con l’aiuto di esperti

Se intendi rilevare un bar, è consigliabile avvalersi di esperti del settore per valutare le opportunità e le potenzialità. Gi.Pa.In Formazione è una società di consulenza aziendale specializzata nell’avvio e nel rilancio di attività commerciali. Il team di Gi.Pa.In Formazione può assisterti e consigliarti al meglio analizzando tutti gli asset della compravendita e affiancandoti nelle trattativa.

Ti stai chiedendo “come valutare un bar?”. Le variabili chiave sono la location, la sua posizione commerciale, il modo in cui viene gestito il bar. Seguono poi il costo dell’affitto, del personale, gli orari di apertura, la caratterizzazione del locale intendendo cioè quello che lo rende speciale e appetibile per i clienti.

Gi.Pa.In Formazione vanta nel suo staff anche professionisti che possono studiare interventi di restyling del tuo nuovo bar e seguirne l’avviamento. Grazie ad un’analisi di geomarketing puoi anche avere un’idea chiara delle potenzialità del bar che puoi rilevare e capire qual è il suo reale bacino d’utenza. Richiedi subito informazioni e inizia a costruire il successo del tuo nuovo bar!

Meglio aprire un’attività in franchising o in proprio?

Aprire un’attività in franchising o in proprio? Pro e contro di entrambe le soluzioni

Hai deciso di compiere il grande passo di avviare un’attività e metterti in proprio e sei alla ricerca di idee per aprire un tuo negozio o locale? Optando per un lavoro in proprio puoi finalmente realizzarti professionalmente, ma il passaggio da dipendente, o da disoccupato, a imprenditore deve essere valutato con attenzione e forse ti stai domandando se può essere più conveniente per te aprire attività in franchising oppure avviarla autonomamente. In realtà, si tratta di modelli imprenditoriali differenti e per prendere una decisione, dovrai valutare i pro e i contro delle due opzioni per capire qual è quella che fa al caso tuo.

Iniziamo subito con il dire che molto dipende dai tuoi obiettivi e dalla tua preparazione. Se vuoi aprire un negozio, un bar o un locale e hai già un’esperienza imprenditoriale alle spalle, sai bene cosa significa avviare un’attività in proprio, quanta fatica richieda e quanti sono i fattori da considerare. Se invece non possiedi esperienza pregressa nel settore, il franchising può essere la formula migliore per aprire un’attività, perché puoi sempre contare sull’assistenza continua da parte della casa madre.

Proviamo a valutare meglio le due possibilità per avviare la tua attività!

Attività in franchising: i vantaggi di un modello imprenditoriale già sperimentato

Aprire attività in franchising è forse la soluzione più semplice, se vuoi minimizzare i rischi imprenditoriali. Scegliendo il franchising, aprire un’attività non è mai un problema perché aderisci a un modello già sperimentato e collaudato con successo. Il franchisor è la casa che ha creato il sistema, il marchio e l’insegna, trovando la formula migliore per distribuire nel mercato prodotti o servizi. Ecco quindi i principali vantaggi:

  • riduci di molto il rischio di impresa;
  • puoi sfruttare la notorietà del marchio per acquisire clienti;
  • vieni aiutato nel lancio della tua attività e ricevi assistenza continua da parte della casa madre su cui puoi contare anche per la formazione del personale;
  • puoi acquisire in breve tempo un know-how che da solo impiegheresti anni a maturare;
  • la notorietà dei prodotti che vendi ti consente di entrare nel mercato in modo più competitivo;
  • non devi occuparti della pubblicità e del marketing perché ci pensa la casa madre.

Cosa significa aprire una nuova attività in modo indipendente?

Se hai deciso di avviare un business tuo, la seconda opzione è quella di aprire un negozio o un locale in totale autonomia. L’impresa è senza dubbio più ardua: si può guadagnare bene e fare buoni affari, ma i rischi legati all’investimento sono maggiori e i fattori da considerare se vuoi aprire un’attività indipendente sono diversi:

  • la responsabilità è solo tua: sei tu a decidere che attività a aprire e in che modo farlo, non puoi contare su nessun supporto esterno e devi quindi valutare con cura ogni decisione che prendi;
  • i rischi sono molti e le tue idee possono scontrarsi con la realtà e con le difficoltà di realizzazione, specie se sei privo di esperienza imprenditoriale. I negozi da aprire, così come le attività di ristorazione e di intrattenimento, possono rivelarsi ottime fonti di guadagno, ma solo se sei in grado di compiere i passi giusti;
  • l’investimento iniziale è senza dubbio maggiore di quello richiesto per avviare un’attività in franchising, ma sei tu a decidere location, arredo e merce in vendita;
  • devi occuparti di tutti gli aspetti burocratici e amministrativi legati al lancio e avvio dell’attività, oltre che a quelli di gestione: dalle forniture della merce, al personale;
  • la promozione e la pubblicità sono totalmente a carico tuo e sei tu a decidere quale strategia di marketing sia la migliore.

Come per mettersi in proprio a partire da zero?

Se non sai che negozio aprire, sei alla ricerca di idee di lavoro autonomo e vuoi limitare i rischi legati all’apertura, aprire un’attività in franchising può sembrare la cosa più conveniente da fare. D’altro canto, devi considerare che, se da affiliato puoi godere di una certa libertà imprenditoriale, sei sempre vincolato a delle linee guida imposte dalla casa madre.

Se decidi di aprire un’attività indipendente non puoi contare sul sostegno della casa madre in fase di avvio della start up, ma puoi ricevere lo stesso assistenza rivolgendoti a dei professionisti del settore, in grado di fornirti preziosi consigli anche sul tipo di business che ti conviene aprire. Inoltre, puoi scegliere tu stesso la merce da vendere e caratterizzare il tuo locale rendendolo unico e capace di attirare un target di clienti ben preciso.

A chi rivolgersi per avviare un’attività di successo?

Se sei alla ricerca di un team di professionisti che possa sviluppare per te nuove idee di lavoro, richiedi una consulenza a GIPA Consulting. Puoi rivolgerti a noi se vuoi consigli su quale negozio aprire e per capire come sia meglio farlo, se in franchising o in proprio. Possiamo assisterti in entrambi i casi e guidarti nella scelta della locationconsigliarti sulle opzioni finanziarie migliori, valutare costi e spese, realizzare un business plan legato alla tua attività curandone anche l’avvio e la promozione. Possiamo inoltre curare tutto l’aspetto amministrativo e burocratico della tua impresa e rendere la tua attività di successo, studiando anche strategie efficaci per attirare clienti.

Grazie alla collaborazione con A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro e con Chemichal S.r.l., fra le più affermate aziende nella progettazione e sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro, GIPA Consulting può anche confezionare per te un progetto su misura, con soluzioni chiavi in mano!

Contattaci per maggiori informazioni: siamo pronti a sviluppare insieme a te la tua idea di business!

Cosa fare prima di prendere un ristorante in gestione a Roma

Come prendere un ristorante in gestione a Roma

Lavori nel mondo della ristorazione e stai pensando di prendere un ristorante in gestione a Roma? La Capitale è la città perfetta per avviare un’attività di questo tipo: è una grande metropoli dove vivono milioni di persone, è sede di importanti istituzioni ed è anche una delle mete predilette dai turisti. I possibili clienti per un’attività di ristorazione sono davvero molti e avviare un business di successo è possibile se compi i passi giusti. Per aprire un ristorante la burocrazia è davvero complessa e i tempi a essa correlati non sono affatto brevi.

La soluzione più semplice, per accorciare le tempistiche e facilitare il processo di apertura, è quella di prendere un ristorante in gestione a Roma. Ciò significa rilevare un’attività che è già funzionante e che viene ceduta dal proprietario dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro.

Quali sono gli elementi da considerare prima di rilevare un ristorante?

Se vuoi evitare di fallire, devi prestare molta attenzione al locale che decidi di prendere in gestione. Insieme all’attività rilevi anche gli arredi, le attrezzature, le licenze e anche la sua “fama” che può essere positiva o negativa. Ecco quindi a cosa devi valutare prima di lanciarti in questa nuova impresa:

  • La location

L’ideale sarebbe trovare un ristorante situato in una via di passaggio, frequentata dai turisti come può essere una delle vie del centro storico, oppure un locale situato nei pressi di uffici o punti di interesse. Tuttavia, dovrebbero essere valutati anche i quartieri vivi, dinamici, che porteranno in futuro un flusso di clienti sempre maggiore. Per esempio, grazie alla riqualificazione urbana a Centocelle, in questa zona si può concludere un buon affare nell’immediato rilevando un ristorante a un prezzo vantaggioso

  • La condizione degli ambienti

Prendendo un ristorante in gestione a Roma rilevi anche gli arredi e l’attrezzatura. Devi quindi assicurarti che siano in buono stato, oppure che non necessitino di troppi interventi di miglioria. Devi anche assicurarti che gli impianti siano a norma.

  • Analisi della concorrenza

Una delle prime cose che devi fare prima di rilevare un ristorante è analizzare i competitor e le altre attività simili nelle vicinanze. Se vi sono altri ristoranti la cosa non deve scoraggiarti: per avere successo devi capire cosa offrono gli altri e quale offerta puoi studiare per distinguerti e ricavarti una fetta di clientela tutta tua. Tale consiglio è fondamentale se poi il ristorante che vuoi prendere ha una gestione fallimentare alle spalle.

  • Studia un piano di marketing territoriale: è importante valutare l’economia e il tessuto demografico del quartiere in cui si trova il ristorante. Per esempio, l’analisi di geomarketing è uno strumento utile che ti consente di avere una visione chiara del mercato di riferimento e di quello potenziale, cosa da cui puoi partire per mettere in atto una strategia di marketing vincente.
  • Controllare le entrate e i costi di gestione

Una volta individuato il locale che fa per te devi infine pensare alla sua promozione. Il cambio di gestione va comunicato, altrimenti i vecchi clienti potrebbero pensare che il ristorante sia sempre in mano alle stesse persone. Far sapere che c’è stato un cambio di gestione è poi fondamentale se quella precedente si è rivelata fallimentare facendo allontanare gran parte della clientela: le persone potrebbero ritornare per verificare di persona se il servizio è migliorato. Infatti, gli strumenti per fare questo possono esser diversi: da un nuovo nome, un nuovo logo, fino all’avvio di una campagna pubblicitaria. Molto dipende dal budget a disposizione e dal target di riferimento cui si intende mirare.

Perché richiedere una consulenza professionale

Molti poi sono gli adempimenti burocratici e amministrativi necessari per prendere un ristorante in gestione a Roma. Per questo sarebbe opportuno affidarsi a dei professionisti del settore. Gi.Pa.In Formazione è una società di consulenza aziendale che può fare tutto questo per te!

Il nostro team può assisterti se vuoi rilevare un ristorante già avviato, valutando tutti i pro e i contro dell’impresa e anche i suoi possibili punti di forza. Inoltre, i consulenti sono in grado di analizzare gli asset della compravendita, affiancandoti in tutto il percorso della trattativa. Gi.Pa.In Formazione è anche consulenza a tutto tondo: dalla ricerca della location migliore, alla ristrutturazione dei locali, alla preparazione del business plan, fino alla consegna di un ristorante chiavi in mano.

Realizzare il tuo sogno di diventare ristoratore con Gi.Pa. In Formazione è davvero semplice: contattaci subito per avere una consulenza personalizzata!

Come aprire un negozio di abbigliamento in centro città

Come aprire un negozio di abbigliamento: cosa serve, come fare, quanto costa

Se la moda è la tua passione e desideri avviare un’attività in proprio, probabilmente stai pensando di aprire un negozio per proporre alla clientela i capi che riflettono il tuo gusto ed il tuo stile. Al pari di quanto avviene per ogni altra attività commerciale, aprire un negozio in cui si vende abbigliamento richiede una pianificazione dettagliata. Nel settore non manca di certo la concorrenza, ma proponendo il prodotto giusto, nella location più adatta, si può costruire un’attività di successo. Dovrai compiere tutti i passi giusti, che ti consentano di essere in regola dal punto di vista burocratico e fiscale. Inoltre, dovrai anche studiare bene il lancio e l’avvio del tuo locale, senza dimenticare il marketing e la promozione. Dunque, quali sono gli step burocratici per trasformare in realtà il tuo sogno? Come aprire un negozio di abbigliamento?

Scopriamoli insieme!

5 step per avviare un’attività di successo

La prima cosa da fare, quando si avvia un’attività commerciale, è delineare la linea strategica che si perseguirà. Ecco i 5 punti chiave su come aprire un negozio di abbigliamento:

  • Preparare un business plan. Bisogna delineare una linea strategica in cui siano inserite nel dettaglio: le spese, i potenziali guadagni e le linee guida che l’andamento del negozio dovrà rispettare nel tempo.
  • Fare un’analisi di geomarketing. Da questo dipenderà la tipologia di merce da mettere in vendita, in un negozio di abbigliamento si possono infatti proporre abiti per bambini, per teenager, per donne, per uomini.
  • Far un’analisi dei competitors. Bisogna valutare la presenza nelle vicinanze di competitor e della tipologia di merce che hanno in vendita.
  • Scegliere il target group. Individuare il tipo di clientela al quale ci vogliamo rivolgere e si può prendere dopo aver analizzato il contesto territoriale in cui si intende aprire.
  • Segmentare i prodotti. Una volta individuato il target di riferimento è necessario procedere a una ulteriore segmentazione della merce: per le donne ad esempio si possono proporre abiti causal, eleganti, sportivi o di tendenza. Si può anche pensare a un negozio di abiti usati o vintage. Bisogna quindi individuare le marche e le linee che rispondono allo stile di abiti proposto all’interno del negozio e che rientra in un budget predefinito.

Come aprire un negozio di abbigliamento: l’importanza della location

Uno degli aspetti che riveste maggiore importanza, su come aprire un negozio di abbigliamento, è la scelta della location. Da tale decisione dipendono: il budget che si deve investire, e le strategie da mettere in atto per attrarre la clientela. Nell’individuare la location più adatta si deve tenere conto:

  • della concorrenza in zona,
  • del bacino di potenziali clienti,
  • se si trova in una via di passaggio,
  • se vi sono parcheggi nelle vicinanze

L’ideale sarebbe individuare un’area destinata allo shopping oppure frequentata dal target di consumatori interessato alla merce in vendita. Una delle zone più ambite per aprire un negozio è il centro della città, perché è il nucleo più frequentato, in cui si concentrano aree di interesse e dove si riversa il maggior numero di turisti. Aprire in quest’area significa entrare in un contesto dinamico e moltiplicare le possibilità di vendita. Devi però sapere che alcuni comuni, come quello di Roma, hanno imposto regole rigide per le aperture nel centro storico, ad esempio vietando l’apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate.

È poi necessario prestare attenzione alla destinazione d’uso dei locali, assicurarsi che siano idonei ad ospitare l’attività e in linea con i requisiti richiesti dalla legge e dalle normative locali.

Attento alla burocrazia!

Se vuoi avviare un’attività commerciale devi essere in possesso di determinati requisiti morali:

  • non puoi essere stato dichiarato fallito o condannato con una pena minima di tre anni per un reato non colposo,
  • non devi essere sottoposto a norme restrittive come una limitazione della libertà personale o l’obbligo o il divieto di soggiorno.

Tra i requisiti fondamentali, su come aprire un negozio di abbigliamento, devi poi aprire una Partita Iva e procedere all’iscrizione presso il Registro delle Imprese della competente Camera di Commercio.

Grazie alla liberalizzazione introdotta dalla Legge Bersani, non è necessario richiedere una licenza, basta presentare la SCIA (segnalazione Certificata di Inizio Attività) presso lo sportello Suap del Comune, un documento in cui devono essere indicati i parametri di conformità urbanistica, ambientale, edilizia, igienico-sanitaria.

Infine per te che sei il titolare, e per i tuoi dipendenti, devi provvedere ad aprire delle posizioni INPS e INAIL.

Consigli su come aprire un negozio di abbigliamento: a chi affidarsi?

I fattori da considerare sono davvero molti, se non vuoi essere uno dei tanti che aprono per poi chiudere dopo pochi mesi, la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza per la tua start up.Dunque, come aprire un negozio di abbigliamento e a chi affidarsi?

Gi. Pa. In Formazione è un punto di riferimento per coloro che intendono avviare un’attività a Roma, con particolare attenzione al centro storico, e nel Lazio. Rivolgendoti a Gi.Pa.In Formazione troverai dei professionisti pronti a supportarti in ogni fase progettuale, di lancio e di avvio del tuo negozio di abbigliamento, dalla scelta e progettazione dei locali, al disbrigo di tutti gli aspetti burocratici.

Puoi ricevere aiuto anche sul piano finanziario. L’impegno economico per aprire un negozio può non essere indifferente, ma devi sapere che tante sono le opportunità di finanziamento a cui è possibile accedere. Per particolari categorie di persone, ad esempio, giovani, donne, residenti al sud, ci sono numerosi bandi pubblici erogati da enti locali o nazionali. Il team di Gi.Pa.In Formazione può aiutarti a preparare un business plan necessario per richiedere un finanziamento e può guidarti nella scelta delle opportunità migliori per te.

Tendenze della ristorazione 2020: il Neuromarketing

Il settore della ristorazione italiana ha vissuto negli ultimi anni momenti di vero fermento e crescita e avendo raggiunto un fatturato totale annuo di circa 25 miliardi di euro solo nel 2018, rappresenta un business in grado di offrire opportunità di investimento.

Intraprendere un percorso nel mondo della ristorazione non è però garanzia di successo: le variabili sulla buona riuscita dell’investimento sono molte e diventa sempre più essenziale ideare progetti che siano unici e riconoscibili.

Quali sono le tendenze dei ristoranti del 2020?

Per chi intende aprire una nuova attività nel mondo del food & beverage, numerosi sono i dettagli da curare per non ricadere nell’anonimato. I ricercatori del centro specializzato in tecnologia dell’alimentazione (Azti – Tecnalia), hanno tentato di tracciare le tendenze del cibo per il 2020, concentrandosi sull’unicità esperienziale che un piatto potrà produrre.

La ristorazione del prossimo anno punterà all’esperienza multisensoriale in grado di stimolare tutti i sensi oltre il gusto e l’olfatto. Il cibo sarà soddisfazione in poco tempo dei desideri in qualunque momento, soprattutto in grandi città in cui la gestione del tempo è fondamentale, così come l’attenzione al sociale ed il mantenimento del proprio benessere.

A cosa devi fare attenzione se vuoi aprire un ristorante a Roma?

…ma soprattutto: perchè una consulenza sulla ristorazione è utile? Perchè anche a Roma, dove ristoranti, bistrot, osterie, ecc.. sono ormai in ogni angolo della città, sarà fondamentale per l’imprenditore distinguersi anche attraverso l’attenta ricerca dei piatti che dovrà essere in linea con le emozioni uniche che il locale vuole trasmettere.

Apertura attività commerciali nel Centro di Roma – delibera 49

Se stai pensando di aprire un’attività commerciale al centro di Roma, ecco quali sono le novità in merito e cosa dice la legge: con la nuova deliberazione n.49 del 25 giugno 2019, sono infatti state approvate e rese pubbliche le modifiche al regolamento n. 47 del maggio 2018.

A seguito di numerose ricorsi e richieste di chiarimenti, il 25 giugno del 2019, l’Assemblea Capitolina ha quindi reso pubblico il nuovo testo che regolamenta l’apertura di attività commerciali nel Centro di Roma. La finalità del documento è la stessa, ma sono state apportate fondamentali modifiche atte a non ostacolare l’apertura di attività commerciali.

Di cosa si tratta

I testi regolamentano l’apertura di attività commerciali non in linea con il decoro ed il pregio delle aree ricadenti nella Città Storica e nel Sito UNESCO. La deliberazione n. 47, aveva creato non poco scompiglio sia fra i titolari di attività già operanti,  ma in particolar modo, per coloro che si apprestavano all’apertura di nuove attività nel Centro di Roma.

Il Centro storico di Roma resta sempre l’area più ambita da ogni imprenditore per l’apertura di una nuova attività commerciale (bar, gelateria, pizzeria, ristorante, bistrot,…) ma al contempo rappresenta una delle aree più complesse per ottenere le necessarie autorizzazioni amministrative. Proprio per questo è fondamentale, sin dai primi passi, affidarsi a professionisti competenti per ridurre al minimo le probabilità di errore.

Come aprire un’attività al centro di Roma senza problemi

Per gli esperti di Gi.Pa. In Formazione, coadiuvati da APRE Roma e Chemichal S.r.l., società del gruppo, l’affiancamento e la consulenza al cliente sono soprattutto volti a comprendere l’effettiva possibilità di realizzare un progetto e a quali condizioni, in un contesto così articolato come il Centro storico di Roma dove si intrecciano regolamenti edilizi, urbanistici, sanitari ed amministrativi.

Non bisogna temere la complessità della Capitale, aprire un’attività commerciale nel Centro storico di Roma è possibile grazie all’esperienza di Gi.Pa In Formazione.

Aprire un locale notturno: ecco da dove partire

Gli step necessari per aprire un locale notturno

Aprire un locale notturno può rivelarsi un business davvero redditizio se riesce a diventare un punto di riferimento per il target di clientela a cui si riferisce. Un’attività di questo genere è un format che coniuga l’intrattenimento alla consumazione di cibo e bevande. Si tratta di un luogo di svago e di incontro, dove i clienti sono invitati a trattenersi il più possibile e di conseguenza a consumare. Vuoi sapere come aprire un locale di successo? Ecco qualche consiglio.

Il format e il concept

Il temine “locale” è davvero molto generico e può intendere diverse tipologie di attività: vuoi aprire un locale notturno di quale genere? Potrebbe essere una discoteca, un cocktail bar in cui si servono aperitivi, un pub in cui si ascolta musica dal vivo, un locale dove si servono cene gourmet o un disco bar. Il primo step è quindi quello di definire con esattezza il tipo di locale che vuoi aprire perché da questo dipenderanno la scelta della location, il suo allestimento e anche i permessi da richiedere. Un errore comune è quello di scegliere il format solo in base alle proprie passioni, in realtà la cosa migliore da fare è affidarsi ad un’analisi di mercato per andare incontro o anticipare le richieste del target di clienti che si vuole conquistare. In questo rientra anche lo studio della concorrenza ed è necessaria un’attenta pianificazione delle strategie e delle scelte imprenditoriali.

Parola d’ordine: differenziarsi

Perché un cliente dovrebbe entrare nel tuo locale? Cosa lo rende unico? In che modo lo hai reso differente dall’offerta commerciale del luogo in cui si trova? Aprire un’attività simile a quella di molti altri non ti porterà da nessuna parte, avrai in mano un business privo di identità e sarai uno dei tanti che lavora non per guadagnare, ma per evitare il fallimento. La società contemporanea oggi richiede la specializzazione delle offerte commerciali. Il tuo locale deve quindi essere dotato di un’identità propria, accogliente e confortevole nell’arredamento, funzionale per la tipologia di attività svolta al suo interno. Un format originale può invece farti conquistare il gradimento della clientela. Una buona idea potrebbe essere ad esempio aprire un locale a tema, oppure riservato ad una nicchia di mercato.

La location

aprire un locale notturno

La scelta della location più adatta dipende dalla tipologia di locale che intendi aprire, dal target di riferimento e anche dalle dimensioni dell’attività. In genere i locali notturni si concentrano nei centri storici delle città, ma non tutti: se intendi aprire una discoteca dovrai individuare un locale di grandi dimensioni e può essere preferibile una location più periferica per problemi legati alle limitazioni dei rumori e anche per i costi. Per aprire un locale notturno di successo, incredibile, ma vero, diversi esperti consigliano di scegliere una sede proprio vicino alla concorrenza che funziona. Il motivo è abbastanza semplice: le attività di successo hanno già creato il mercato. Pensiamo ad esempio ai tanti locali notturni che si concentrano nei pressi delle università che sono vicini tra loro, ma si distinguono per l’offerta rivolta allo stesso target di utenti che sono gli studenti.

L’iter burocratico

L’imprenditore che apre un locale notturno deve possedere:

  • requisiti morali e professionali (deve essere maggiorenne, non deve aver riportato condanne penali, non deve esser stato dichiarato fallito)
  • attestato SAB (Somministrazione alimenti e bevande) o un titolo equivalente
  • attestato HACCP (per tutto il personale che viene in contatto con alimenti e bevande).

L’iter burocratico prevede:

  • l’apertura della partita Iva
  • la presentazione della SCIA commerciale
  • l’apertura di posizioni Inps e Inail
  • il pagamento dei diritti SIAE per poter diffondere musica e immagini.

Per quanto riguarda il locale serve:

  • stipulare le assicurazioni necessarie
  • la valutazione di impatto acustico e relativi adeguamenti
  • la valutazione antincendio e necessari sistemi di prevenzione
  • impianti a norma dal punto di vista della sicurezza, dell’igiene, dell’agibilità, dell’urbanistica
  • la presenza di uscite di sicurezza
  • servizi igienici separati per personale e clientela
  • un ufficio e degli spogliatoi per il personale.

Perché richiedere una consulenza professionale se vuoi aprire un locale notturno

aprire un locale notturno

Qualunque sia il tipo di locale che intendi aprire, sono molti gli adempimenti burocratici e amministrativi a cui devi pensare. Senza contare poi aspetti come l’individuazione della location più adatta, il suo allestimento e le strategie di marketing per far conoscere l’attività e acquisire clientela. Al pari di ogni attività commerciale dovrai poi preparare un business plan, valutare con attenzione costi e spese e definire delle linee guida per l’avvio e la gestione del lavoro. Se cerchi qualcuno che possa aiutarti in tutto questo puoi rivolgerti a Gi.Pa.In Formazione, una società di consulenza aziendale che vanta un team di esperti con competenze trasversali. Partendo dalla tua idea di locale, il team di Gi.Pa.in Formazione può aiutarti a progettare il tuo locale, anche con soluzioni chiavi in mano: l’iter burocratico e amministrativo non sarà poi un problema. Grazie alla collaborazione con A.P.R.E Roma, azienda leader nel campo della sicurezza alimentare e Chemichal S.r.l., tra le più note aziende nel campo della progettazione, sicurezza alimentare e sicurezza dei luoghi di lavoro, Gi.Pa. In Formazione può confezionare per te un progetto su misura.

Consulenza per ristorazione: perché chiederla da subito

Perché è importante una consulenza per la ristorazione soprattutto all’inizio

Richiedere una consulenza per la ristorazione è il primo passo che dovrebbe fare qualsiasi aspirante imprenditore prima di aprire il suo ristorante. Negli ultimi anni il settore del food & beverage è cresciuto molto inglobando anche competenze tipiche di altri campi: pensiamo ad esempio all’attenzione rivolta verso la cucina intesa non solo come qualità del cibo, ma anche come presentazione dei piatti. Ci sono poi da considerare la presentazione del locale, il suo design interno, la cura dei dettagli capaci di fare la differenza e tutti gli aspetti relativi alla promozione e al marketing. Diventare imprenditore nell’ambito della ristorazione è forse più complicato rispetto al passato: non è più sufficiente arredare alla meglio un locale e servire piatti gustosi per conquistarsi una buona fetta di clientela. Oggi si va alla ricerca di un format di successo che nei fatti non è dettato da uno, ma da molteplici fattori differenti. Una consulenza per la ristorazione è utile quindi a valutare il progetto a 360 gradi e a definire tutti gli aspetti e i fattori legati al lancio e all’avvio del locale.

Gli step che portano al successo

Quando richiedi una consulenza per la ristorazione vengono valutati diversi aspetti.

1. Identità del locale

Qual è il tuo sogno? Aprire un ristorante di lusso o una trattoria in cui si servono i piatti della tradizione? Partendo dai tuoi desideri e dalle tue aspettative la società di consulenza inizia a definire l’anima del locale. È chiaro che un ristorante di lusso dovrà essere arredato in modo differente rispetto a un trattoria: ogni elemento della location deve poi richiamare a quella che è l’offerta proposta ai clienti, quindi al menù. Partendo dall’identità del locale si può quindi individuare il target di riferimento della clientela e costruire un’offerta capace di rispondere ai suoi bisogni o alle sue esigenze.

2. Fattibilità del progetto

Un attento studio di fattibilità è utile a capire se la tua idea di ristorante può essere tradotta in realtà in considerazione del budget. In caso questo non sia necessario potresti richiedere dei finanziamenti usufruendo delle tante opportunità che vi sono

3. Individuare la location più adatta

Con questo si intende l’area geografica che meglio risponde agli scopi del progetto e offre maggiori opportunità di business, ma non solo. Attenzione deve essere prestata anche alla struttura fisica del locale: per una trattoria sarà sufficiente uno spazio capace di ospitare pochi tavoli, un ristorante in cui si organizzano ricevimenti dovrà essere più grande. Gli spazi, oltre alla tipologia di locale da ospitare, devono poi rispondere a determinati requisiti richiesti dalla legge e anche essere funzionali per il tipo di attività da svolgere. In base alla normativa igienico-sanitaria bisogna prevedere spazi diversi per la conservazione dei cibi e per la loro preparazione. Gli ambienti devono essere ben definiti, per accogliere al meglio i clienti e consentire a chi lavora di muoversi agilmente. Attraverso una consulenza di geomarketing è infatti possibile individuare la location migliore per avviare la propria attività.

consulenza ristorazione

4. La giusta atmosfera

Crearla aiuta ad attirare e a mantenere i clienti ecco perché l’ambiente deve rispondere alle esigenze del target di riferimento. Una pizzeria per famiglie ad esempio otterrà un maggiore indice di gradimento se dotata di uno spazio all’aperto attrezzato con giochi per i bambini. Progettare un ristorante significa anche arredare al meglio l’ambiente per renderlo gradevole e migliorare in questo modo la user experience: quando si è fuori a mangiare, il contesto intorno è molto importante. Posizionare troppi tavoli per aggiungere coperti è un grande errore perché le persone non vogliono mangiare con degli sconosciuti al fianco e si penalizza il servizio perché i camerieri hanno difficoltà a lavorare. In base a studi di settori 4 clienti su 10 non tornano la seconda volta nello stesso ristorante se non hanno trovato un’atmosfera di loro gradimento. Definire uno stile ben preciso del ristorante ha poi un altro vantaggio: crea la sua identità e aiuta a distinguerlo dai competitor.

5. Iter burocratico

Una consulenza per la ristorazione è utile anche per orientarti nel complesso sistema burocratico e amministrativo legato al lancio dell’attività dato che i documenti per aprire un’attività commerciale sono davvero tanti e complicati. Vi è ad esempio la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) che deve essere inoltrata allo SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive) istituito presso il Comune in cui si indica la data di apertura del ristorante e si riportano i dati urbanistici del locale in base al quale verranno effettuati i controlli. Ci sono anche le qualifiche personali: per aprire un ristorante devi avere un diploma di Istituto Alberghiero o aver frequentato un corso SAB (Somministrazione Alimenti e Bevande).

6. Promuovere il locale

Non meno importante è l’aspetto della promozione e del marketing: una campagna di comunicazione online e con strumenti tradizionali può essere utile a far conoscere il tuo locale al maggior numero di potenziali clienti.

Consulenza per la ristorazione: a chi rivolgersi

consulenza ristorazione

In base alle statistiche, in Italia 1 ristorante su 4 chiude poco tempo dopo l’apertura, alcuni addirittura entro tre mesi dall’inaugurazione. Se vuoi partire con il piede giusto, con tutte le carte in regola e con un format di successo la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza professionale. Rivolgendoti a Gi.Pa. In Formazione troverai un team di professionisti con competenze trasversali che possono aiutarti a progettare al meglio il tuo ristorante, a preparare un business plan per sostenere il lancio e l’avvio del tuo locale, a scegliere e arredare al meglio location e nel rispetto delle normative in materia. Grazie alla collaborazione con A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro e con Chemichal S.r.l., fra le più affermate aziende nella progettazione e sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro, Gi.Pa. In Formazione può anche confezionare per te un progetto su misura, con soluzioni chiavi in mano.

Come aprire un franchising? Guida per aspiranti imprenditori

Ecco come aprire un franchising e perché è una buona opportunità di investimento

Sei in quella fase in cui stai per fare il grande salto e passare da una condizione da dipendente a quella di imprenditore? Oppure sei un giovane e credi che il lavoro in proprio sia l’opportunità giusta per costruire il futuro professionale che sogni? Qualunque sia la tua storia, se non hai alle spalle alcuna esperienza imprenditoriale puoi lo stesso avviare un’attività commerciale di successo se decidi di legarti a un grande brand capace di guidarti al meglio nel tuo percorso di auto realizzazione lavorativa. Ti spieghiamo come aprire un franchising e quali sono i vantaggi che ti offre questa formula.

Come aprire un franchising: i termini stabiliti dalla legge

Il franchising, o affiliazione commerciale, è regolato in Italia dalla legge n.129 del 6 maggio 2004. La normativa definisce in modo univoco quali sono gli attori: il franchisor o affiliante, il franchisee o affiliato e quando presente il licenziatario master. In particolare fornisce indicazioni sulla fase informativa preliminare, un aspetto determinante per avviare un rapporto di franchising corretto.

In pratica si richiede alle parti di essere leali e chiare nel periodo che precede la stipula del contratto, ma vincola poco sul rapporto tra le due, come è giusto sia, trattandosi di una formula di collaborazione imprenditoriale che è stata ben definita dalla pratica e applicabile anche in contesti differenti tra loro. Le aziende che vogliono creare una rete di franchising devono poter dimostrare che l’attività è vincente, cioè tale da poter ripagare l’investimento effettuato dall’affiliante.

Questo viene dimostrato con la sperimentazione di un progetto pilota che testimonia la capacità del business così come si deve anche provare la trasferibilità del know how agli affiliati.

Aprire un franchising conviene davvero?

Aprire un’attività in franchising è più semplice che metterla in piedi partendo da zero: rappresenta anche un’ottima opportunità per riconvertire un’attività già esistente e rilanciarla. Il franchising è un rapporto commerciale tra due soggetti che sono giuridicamente ed economicamente indipendenti: non si tratta quindi di un rapporto di subordinazione, perché l’affiliato adotta una formula commerciale già sperimentata con successo dalla casa madre ed è libero di valorizzare la sua impresa con le sue competenze e prendendo delle iniziative personali. Il franchising è quindi una collaborazione tra le parti, il contratto prevede infatti oneri e benefici a carico di entrambe.

Aprendo un’attività in franchising puoi godere di diversi vantaggi:

  • puoi sfruttare la popolarità di un marchio noto, che ha già una clientela acquisita
  • non devi pensare alla promozione e al marketing perché di questo si occupa spesso la casa madre
  • non sarai mai solo, potrai sempre contare sulla guida di qualcuno che ha già compiuto questo passo prima di te
  • puoi acquisire in breve tempo un know how che da solo potresti maturare in anni di lavoro
  • alcuni brand offrono, oltre alla formazione, un servizio di aggiornamento professionale per gli affiliati e i loro dipendenti.

Alcuni dati sul franchising in Italia

Nel nostro Paese quello del franchising è un settore in crescita: il saldo tra aperture e chiusure è positivo testimoniando la solidità di questa formula. In base al Rapporto Assofranchising 2019 è aumentato il numero delle insegne (+2,1% nell’arco temporale 2014-2018), delle persone occupate (+3,8% tra il 2017 e il 2018) e del fatturato delle catene. La ricerca ha preso in esame 961 insegne: 174 estere e 861 italiane. In base ai dati del Centro Studi del Salone Franchising il fatturato complessivo dei franchising italiani ha segnato un +0,7% nel primo semestre 2018. I settori trainanti sono food and beverage, abbigliamento e anche salute e benessere. Quasi sempre i nuovi imprenditori sono nella maggior parte di casi privi di esperienza imprenditoriale e giovani, anche se un significativo 11% è costituito da over 45. Il franchising poi funziona perché incontra il gradimento dei consumatori: 1 su 3 ha dichiarato di preferire i negozi affiliati per via dei prezzi fissi (22%) e per la percezione di maggior tutela e comfort ambientale (23%).

Come aprire un franchising con l’aiuto di Gi.Pa. In Formazione

Come trovare l’insegna più adatta alle tue esigenze? Qual è il locale più adatto ad ospitare la tua nuova attività? Come preparare un business plan per ottenere dei finanziamenti e avviare l’impresa? Quali sono i documenti per aprire un’attività commerciale?

Rivolgendoti a Gi.Pa. In Formazione troverai un team di professionisti con competenze trasversali pronto ad aiutarti in ogni fase di realizzazione del tuo progetto imprenditoriale. Se hai deciso di metterti in proprio possiamo aiutarti a realizzare il tuo sogno: contattaci per studiare insieme un piano di successo per il tuo progetto.

Quali sono i requisiti di una start up innovativa?

Perchè bisogna conoscere i requisiti di una start up innovativa per avviarne una

La definizione di star up innovativa è stata introdotta a livello normativo dalla legge n.221/2012 che ha convertito il Decreto Legge 179/2012, anche noto come “Decreto Crescita 2.0”, uno strumento che il Governo ha usato per dotarsi di una normativa finalizzata a supportare lo sviluppo e la crescita del Paese.

La start up innovativa è quindi una società di capitali che può essere costituita anche in forma di cooperativa, che ha sede in Italia, o in un altro stato membro UE purché abbia una filiale nel nostro Paese. Deve poi rispondere a requisiti specifici ed avere come oggetto sociale prevalente esclusivo la produzione, lo sviluppo o la diffusione di servizi e prodotti ad alto valore tecnologico.

Quali sono i requisiti?

I requisiti di una start up innovativa vengono espressamente definiti dalla legge e non sono derogabili. Per rientrare nella definizione di start up innovativa un’impresa deve quindi:

  • essere costituita da non più di 60 mesi dalla data della presentazione delle domanda e svolgere attività di impresa;
  • la sede principale dei suoi affari deve essere in Italia;
  • partendo dal secondo anno di attività, il totale del valore della sua produzione in un anno (che deve risultare dall’ultimo bilancio approvato nell’arco di 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio) non può essere superiore a 5 milioni di euro;
  • non ha distribuito e non distribuisce utili;
  • l’oggetto sociale prevalente o esclusivo deve essere lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di servizi o prodotti innovativi e ad alto valore tecnologico;
  • non deve essere nata dalla una fusione o da una scissione societaria o a seguito della cessione di un ramo d’azienda o di un’azienda intera;
  • le spese da destinare a ricerca e sviluppo devono essere uguali o superiori al 15% del valore maggiore tra costo e valore totale della produzione. Dalle spese per la ricerca e sviluppo vengono escluse quelle destinate all’acquisto o all’affitto di beni immobili. Rientrano invece nel computo le spese per lo sviluppo precompetitivo e competitivo come sperimentazione, prototipi, sviluppo del business plan, servizi di incubazione, i costi lordi del personale impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo, le spese legali per registrare e proteggere la proprietà intellettuale termini e licenze d’uso. Le spese sono descritte in una nota integrativa dell’ultimo bilancio approvato: in assenza di un bilancio, se l’azienda è nel primo anno di vita, è necessaria una dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale della start up innovativa.

Una volta accertato il possesso dei requisiti, la start up innovativa può essere iscritta nell’apposita sezione speciale del registro delle imprese. Questo consente all’azienda di godere di un’ampia gamma di agevolazioni come sgravi fiscali, alleggerimenti burocratici, una gestione societaria flessibile, una disciplina del lavoro su misura, piani di incentivazione in equity, facilitazione nell’accesso al credito bancario e incentivi fiscali per gli investimenti.

Vuoi creare una start up innovativa? Ecco come fare

La prima cosa da fare è verificare il possesso dei requisiti della start up innovativa. Si tratta di un passo molto importante, basta il mancato possesso di uno dei requisiti richiesti per precludere alla tua azienda la possibilità di essere iscritta nel registro delle start up innovative e godere quindi dei tanti vantaggi amministrativi, fiscali e burocratici previsti.

Il consiglio è quindi di richiedere una consulenza per l’avvio di una start up e affidarti a dei professionisti del settore. Rivolgendoti a GI.PA. In Formazione troverai un team di persone con competenze trasversali capace di supportare lo sviluppo della tua idea imprenditoriale dall’idea sino alla realizzazione pratica. GI.PA In Formazione è una società di consulenza aziendale che vanta un’esperienza consolidata in gestione e consulenza aziendale, consulenza fiscale e amministrativa, normativa del lavoro, gestione del personale.

Se hai un’idea imprenditoriale, ma non sai come districarti nel complesso iter burocratico e amministrativo, o se vuoi ricevere aiuto per accedere a finanziamenti pubblici, Gi.Pa. In Formazione è la soluzione.

Contattaci subito e inizia a costruire la tua start up innovativa!